Codice Penale art. 600 septies - Pene accessorie (1) (2)Confisca (1). [I]. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dalla presente sezione, nonché dagli articoli 609-bis, quando il fatto è commesso in danno di un minore di anni diciotto o il reato è aggravato dalle circostanze di cui all'articolo 609-ter, primo comma, numeri 1), 5) e 5-bis), 609-quater, 609-quinquies, 609-octies, quando il fatto è commesso in danno di un minore di anni diciotto o il reato è aggravato dalle circostanze di cui all'articolo 609-ter, primo comma, numeri 1), 5) e 5-bis), e 609-undecies, è sempre ordinata, salvi i diritti della persona offesa alle restituzioni e al risarcimento dei danni, la confisca dei beni che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato. Ove essa non sia possibile, il giudice dispone la confisca di beni di valore equivalente a quelli che costituiscono il prodotto, il profitto o il prezzo del reato e di cui il condannato abbia, anche indirettamente o per interposta persona, la disponibilità. Si applica il terzo comma dell'articolo 322-ter (1) Articolo sostituito dall'art. 4, l. 1° ottobre 2012, n. 172. Il testo recitava: «Confisca e pene accessorie - [I]. Nel caso di condanna, o di applicazione della pena su richiesta delle parti, a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale, per i delitti previsti dalla presente sezione è sempre ordinata, salvi i diritti della persona offesa dal reato alle restituzioni ed al risarcimento dei danni, la confisca di cui all'articolo 240 e, quando non è possibile la confisca di beni che costituiscono il profitto o il prezzo del reato, la confisca di beni di cui il reo ha la disponibilità per un valore corrispondente a tale profitto. In ogni caso è disposta la chiusura degli esercizi la cui attività risulta finalizzata ai delitti previsti dalla presente sezione, nonché la revoca della licenza d'esercizio o della concessione o dell'autorizzazione per le emittenti radiotelevisive. [II]. La condanna o l'applicazione della pena su richiesta delle parti a norma dell'articolo 444 del codice di procedura penale per uno dei delitti di cui al primo comma comporta in ogni caso l'interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate prevalentemente da minori». L'articolo era dapprima stato inserito dall'art. 7 l. 3 agosto 1998, n. 269 e poi sostituito dall'art. 15 5 l. 11 agosto 2003, n. 228. Il testo originario recitava: «Pene accessorie. [I]. Nel caso di condanna per i delitti previsti dagli articoli 600-bis, 600-ter, 600-quater e 600-quinquies è sempre ordinata la confisca di cui all'articolo 240 ed è disposta la chiusura degli esercizi la cui attività risulti finalizzata ai delitti previsti dai predetti articoli, nonché la revoca della licenza d'esercizio o della concessione o dell'autorizzazione per le emittenti radiotelevisive». Il secondo comma era, invece, stato aggiunto dall'art. 5 l. 6 febbraio 2006, n. 38. InquadramentoL'art. 600septies.2 contempla le pene accessorie per tutti i reati della sezione ed è stato inserito nel codice penale dalla l. n. 172/2012 attuativa della Convenzione di Lanzarote, che ha razionalizzato la disciplina, prima ridotta e contenuta, insieme a quella della confisca, nell'art. 600 septies. La disposizione fornisce gli strumenti per neutralizzare la potenzialità criminale dell'agente, con particolare riferimento alla possibilità di eventuali interazioni con soggetti deboli ovvero alla disponibilità di esercizi o emittenti che, rispettivamente, siano stati teatro di fatti delittuosi ovvero che siano state strumento per le attività illecite sanzionate dalle norme precettive della sezione. Delitti cui conseguonoLe pene accessorie di cui all'art. 600-septies.2 si riferiscono a tutti i reati - anche tentati, cfr. Cass. III, n. 26479/2022 - della sezione I del capo III del titolo XII del libro II del codice penale; quindi ai delitti di: a) Riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù (art. 600); b) Prostituzione minorile (art. 600-bis); c) Pornografia minorile (art. 600-ter); d) Detenzione di materiale pedopornografico di (art. 600-quater); e) Pedopornografia virtuale (art. 600-quater.1); f) Iniziative turistiche volte allo sfruttamento della prostituzione minorile (art. 600-quinquies); g) Impiego di minori nell’accattonaggio (art. 600-octies); h) Tratta di persone (art. 601); i) Traffico di organi prelevati da persona vivente (art. 601-bis); l) Acquisto e alienazione di schiavi (art. 602); m) Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro (art. 603-bis); È espressamente prevista, inoltre, l'applicabilità al reato di istigazione a pratiche di pedofilia e di pedopornografia (art. 414-bis). Per il delitto di riduzione o mantenimento in schiavitù o servitù di cui all'art. 600 — allorquando la condotta concerna lo sfruttamento di prestazioni lavorative — e per il delitto di intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro di cui all'art. 603-bis, tali pene accessorie si cumuleranno con quelle di cui all'art. 603-ter. Provvedimenti cui conseguonoLe pene accessorie in discorso conseguono automaticamente alla condanna o al patteggiamento (quando possibile, considerati i plurimi divieti di cui all'art. 444 co. 1-bis c.p.p.; cfr. sub singoli articoli della sezione); ciò deve avvenire anche quando la pena patteggiata sia inferiore ai due anni di reclusione, giacché la disposizione deroga al divieto (art. 445 c.p.p.) (Cass. III, n. 37146/2017; Cass. III, n. 37115/2017). TipologiePerdita della responsabilità genitoriale, quando la qualità di genitore è prevista quale circostanza aggravante La pena accessoria è quella disciplinata dall'art. 34 (salvo l'utilizzo, nella norma di parte generale, del termine «decadenza») ed essa priva definitivamente il destinatario della responsabilità genitoriale. Si applica solo allorché la qualità di genitore sia circ. aggravante del reato, il che accadrà con riferimento ai reati richiamati al co. 6 dell'art. 602-ter (artt. 600-bis co. 1, 600-ter e, nei casi in cui la p. o. sia infradiciottenne, artt. 600, 601 e 602). Secondo la norma di parte generale, tale pena determina anche la perdita di ogni diritto che al genitore spetti sui beni del figlio in forza della responsabilità genitoriale, di cui al titolo IX del libro I del codice civile. L' art. 34, ultimo co., inoltre, tutela il minore allorché la pena accessoria, insieme a quella principale, sia condizionalmente sospesa, prevedendo che il giudice, in questo caso, debba trasmettere gli atti al Trib. per i minorenni affinché adotti i provvedimenti più opportuni nell'interesse del minore. Interdizione perpetua da qualsiasi ufficio attinente alla tutela, alla curatela o all'amministrazione di sostegno La pena accessoria in discorso priva definitivamente il destinatario della possibilità di svolgere il munus publicum di tutore, nonché quello di curatore e quello di amministratore di sostegno. Non vi sono limiti di durata né è richiesto un minimo di pena principale per l'irrogazione della pena accessoria de qua. L'interdizione dai pubblici uffici La norma vede un primo periodo separato dal resto e, a seguire, l'indicazione di regole non dissimili da quelle di parte generale. Al fine di riempire di significato una disposizione speciale che, evidentemente, deve contenere una previsione diversa da quella ordinaria, può proporsi la seguente interpretazione. a) Primo periodo. La condanna per uno dei delitti della sezione importa sempre l'interdizione temporanea dai pubblici uffici (primo periodo), anche quando non potrebbe soccorrere la regola generale di cui all'art. 29, quindi in caso di irrogazione di una pena inferiore ai tre anni di reclusione. Non essendo prevista la durata, a norma dell'art., 37, la pena accessoria dovrà avere durata pari a quella della pena principale applicata, salvo il limite inferiore — un anno — della forbice di cui all'art. 28 co. 4. b) Secondo periodo, prima parte. Nel caso di una pena tra i tre ed i cinque anni di reclusione (rectius cinque anni meno un giorno), in conformità alla regola generale di cui all'art. 29 co. 1, si applicherà l'interdizione dai pubblici uffici per la durata di cinque anni. c) Secondo periodo, seconda parte. Nel caso di una pena uguale o superiore ai cinque anni di reclusione, in conformità alla regola generale di cui all'art. 29 co. 1, si applicherà l'interdizione perpetua dai pubblici uffici. Interdizione perpetua da incarichi che implichino contatti con minori La pena accessoria dell'interdizione perpetua, da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate abitualmente da minori segue ai reati sopra indicati, solo quando gli stessi siano stati commessi in danno di minori. Essa importa l'impossibilità definitiva per il destinatario di svolgere incarichi di qualsiasi tipo in ogni luogo, sia esso pubblico o privato, che soggetti minori di età frequentino abitualmente. Non rileva che essi siano gli unici o i prevalenti fruitori, ma è necessario che la loro presenza non sia occasionale. La norma troverà applicazione, oltre che alle scuole, alle palestre o comunque alle strutture sportive, ai collegi, convitti etc. La chiusura dell'esercizio Tale sanzione comporta la chiusura definitiva dell'esercizio utilizzato per commettere uno dei delitti della sezione. Secondo la dottrina (Mantovani, 2013, 528), non deve trattarsi necessariamente di esercizio pubblico e può riferirsi a qualunque complesso aziendale. Occorre che: a) ivi si sia svolta l'attività esecutiva del reato e che non vi sia stata semplice tolleranza, b) l'attività illecita vi sia stata svolta in maniera prevalente — anche se non esclusiva — rispetto ad eventuali attività lecite e comunque rilevante e non occasionale. Se si richiedesse l'esclusività, sarebbe facile aggirare la norma, affiancando, come spesso avviene nel concreto, attività lecite a quelle illecite, laddove le prime sono il paravento di queste ultime (si pensi ai centri estetici ed agli alberghi) (Mantovani, 2013, 528). La revoca della concessione o autorizzazione per le emittenti radiotelevisive Anche per detta pena accessoria vale il discorso della prevalenza v. supra. Si è dubitato della coerenza legislativa laddove la sanzione colpisce sia la persona fisica autrice del reato e titolare dell'emittente che — in via del tutto automatica — la persona giuridica a cui quest'ultima faccia eventualmente capo, secondo un meccanismo oggettivo estraneo al d.lgs. n. 231/2001 (Mantovani, 2013, 528), che pure prevede i reati di cui agli artt. 600, 601, 602, 600-bis, 600-ter, 600-quater, art. 600-quater.1 c.p. e 600-quinquies tra quelli presupposto della responsabilità da reato dell’ente. Questioni di diritto intertemporaleLe pene accessorie inedite prima della l. n. 172/2012 non possono essere applicate a fatti commessi nella vigenza della disciplina anteatta. Diversamente, la pena accessoria, pure prevista dall'art. 600-septies.2, dell'interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate «abitualmente» da minori, trova applicazione anche con riferimento ai fatti commessi nella vigenza della precedente disciplina, la quale contemplava la pena accessoria dell'interdizione perpetua da qualunque incarico nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché da ogni ufficio o servizio in istituzioni o strutture pubbliche o private frequentate «prevalentemente» da minori, trattandosi di disposizione più favorevole (Cass. III, n. 30309/2021; Cass. III, n. 26204/2015). La Cass. III n. 50325/2016 ha ritenuto la nuova disposizione, nel suo complesso, meno favorevole, rilevando, tuttavia, che il termine "prevalentemente" è più ampio dell’attuale "abitualmente". BibliografiaLanna, Turismo sessuale, in il Penalista.it, 14 giugno 2018. |